Si può ottenere un corpo più bello dopo gli anta? Certo, quello che segue è il caso di studio di una mia cliente (vedi foto). Partendo da due ingredienti essenziali per il successo: entusiasmo e costanza, e dato che questi c’erano alla grande, abbiamo insieme esaminato nel primo colloquio le abitudini alimentari di Myriam, questo il nome della signora. Nell’arco degli anni è passata a varie tipologie di dieta prima di conoscerci, subendo il cosiddetto effetto yo-yo, ovvero, passava dei periodi perdendo peso, ad altri periodi in cui lo riacquistava con gli interessi. Da notarsi che si parla di perdita di peso e non di grasso! L’ultima alimentazione/dieta da lei effettuata prescrittagli da un nutrizionista si basava su un consumo massiccio di carne (iperproteica) e a zero frutta (pratica non ortodossa e non salutare nds). Questo tipo d’alimentazione squilibrata l’ha portata ad avere un’avversione-intolleranza alla carne, che prima mangiava molto volentieri; quando si dice l’estremismo. In questo particolare momento se ne assaggia un pochino sta male. L’alimentazione LOW-CARB viene spesso consigliata per perdere “peso” più in fretta cercando di appagare la voglia di risultati veloci da parte del cliente e magari per appagare l’ego del professionista, e la sua bravura; ma essendo come dicevamo un’alimentazione non equilibrata può essere sostenibile soltanto per brevissimi periodi. Detto questo, gli ho consigliato una cosa semplicissima che qualsiasi essere umano sano di mente avrebbe fatto, e cioè di iniziare a mangiare la frutta (visto che non la mangiava da molto tempo), a suo dire se la sognava la notte facendogli venire l’acquolina. No, dico, vi rendete conto? Queste sono quelle situazioni che favoriscono l’insorgere di disturbi alimentari. Il cibo è uno dei più bei piaceri della vita, perchè vivere di privazioni, inutili peraltro. Continuando nella nostra storia: “visto che stava male al solo vederla la carne (cotta) gli consigliai per un certo periodo di evitarla, per disintossicare l’organismo che evidentemente dava sintomi di acidosi metabolica (riferisce, provavo ad assaggiarla e mi veniva da rimettere)”. Non ci voleva un luminare per questi semplici consigli. In ogni caso gli consigliai come sempre mia abitudine di parlarne con il suo medico curante e di fare un check-up completo (cosa che prontamente fece). Parliamo ora dell’allenamento, in questo periodo di miglioramenti Myriam si è allenata per 3 mesi con una frequenza di 3 allenamenti settimanali. Poi inquest’ultimo mese (il quarto), abbiamo aumentato il volume passando a 4 allenamenti. Nelle varie sedute l’intensità è stata variabile da leggera-media-alta. Allo stesso modo variavano anche gli esercizi proposti: functional circuit training/ bodybuilding-toning/ aerobic activity. Queste variazioni dell’intensità servono a non far stressare troppo l’organismo; a tal fine per favorire il recupero qualche allenamento era costituito da puro e semplice stretching o esercizi di pilates, altri di relax. Dopo parecchi miglioramenti iniziali c’è stata una fase di stallo, e poichè l’allenamento procedeva al top ho provato a chiederle ancora particolari sull’alimentazione per cercare di capire cosa poteva non andare. Scoprimmo che beveva molti caffè ( 5-6 al giorno) di cui parte di questi subito dopo i pasti principali, e così abbiamo risolto l’enigma. Chi si occupa o studia l’alimentazione sà che il caffè postprandiale crea delle inpennate glicemiche/insuliniche e con esse il conseguente processo di stoccaggio dei grassi da parte dell’organismo. Concludendo, onore ai risultati ottenuti finora da questa splendida signora, con l’augurio di continuare ancora a migliorare così negli anni che verranno. Per la cronaca, Myriam ha da poco compiuto sessant’anni, che dire, WOW!
Romolo Macrì | Personal trainer | Educatore alimentare Fif